domenica 17 aprile 2011

CHINISIA 16/4/2011

Il campo di Chinisia si trova a circa otto minuti a piedi dall’ingresso della statale. Ieri eravamo in tre, quando siamo arrivati sul posto abbiamo deciso di dividerci: una compagna ha pensato di provare ad entrare da un lato, gli altri due si sono diretti dalla parte opposta per fare qualche foto. Parlando col personale addetto e riferendo di far parte di un’associazione che si occupa di migranti la compagna è riuscita a passare e poi ad addentrarsi nel livello più esterno, e ci ha riferito quanto segue.

Il campo è organizzato su due livelli, due rettangoli delimitati da due distinte reti di recinzione, uno più interno con le tende per i  migranti, circondato da una recinzione alta circa tre metri, l’altro più esterno, delimitato da una rete più bassa, che dove si trovano assistenti sociali, mediatori, forze dell’ordine, presidii sanitari. I migranti vi hanno accesso a piccoli gruppi, in base alle esigenze. Il perimetro è strettamente sorvegliato, custodito da polizia, vigili del fuoco, personale vario. Nessuno dei migranti del centro può uscire dal campo.

Ieri fonti stampa hanno riportato che i permessi di soggiorno per i circa 700 ospiti (678, fino a stamattina, secondo le nostre fonti interne), sarebbero già pronti. In realtà i permessi sono distribuiti a piccoli gruppi alla volta e questo genera tensione. Quando la compagna è entrata, verso l’una e trenta, era in corso il trasferimento di circa quaranta di loro alla Questura di Trapani, tramite pullman, per il rilascio dei permessi, da lì poi sarebbero stati accompagnati alla stazione. Un altro pullman è arrivato poco dopo (capienza circa 50 persone).

Tra i migranti rimasti nel campo è scoppiata la protesta, i migranti vogliono uscire e sapere quando di preciso avranno il permesso, e chi avrà il permesso. In un primo momento un gruppo ha minacciato di dare fuoco ad una tenda ma ha ricevuto rassicurazioni dal personale del campo e perciò ha desistito. Dopo qualche minuto però la protesta si è riaccesa ed i migranti si sono accalcati al cancello della recinzione interna spingendo con forza e facendo rumore, chiedendo il rilascio dei permessi. A quel punto sono intervenuti  due reparti antisommossa, schierandosi lungo il cancello e la nostra compagna è stata allontanata dalla polizia che l’ha scortata in macchina dopo averla informata che sarebbe potuta incorrere in gravi rischi e conseguenze (anche legali, si intende).

Considerati i trasferimenti di cui la compagna è stata testimone (2 pullman) rimarrebbero al campo meno di 600 persone. All’interno del campo, dove le attenzioni del personale di sicurezza erano evidentemente catalizzate dalla protesta la nostra compagna ha potuto parlare con alcuni operatori che hanno sostenuto che le condizioni del campo sono buone e che i migranti protestano solo perché vogliono il permesso. Hanno anche detto che dal campo non è scappato nessuno (mentre sappiamo che non è così).

Nessuno di noi è riuscito ad oltrepassare la recinzione interna, dunque non abbiamo potuto verificare di persona le condizioni igienico-sanitarie in cui vivono i  migranti (presenza di sufficienti servizi igienici, pulizia ecc.). È evidente però che lo spazio lasciato per muoversi tra una tenda e l’altra è estremamente ridotto, che la zona, in aperta campagna,  è molto esposta agli agenti atmosferici (sole, pioggia, vento che solleva terra a folate).

Nel frattempo noi altri due, dall’altra parte ci siamo avvicinati abbastanza per fare delle discrete foto (relativamente ai mezzi tecnici a disposizione). Quando ci siamo accorti di essere stati notati da una camionetta della polizia, abbiamo messo via macchine fotografiche e schede ed abbiamo proseguito verso di loro, fino alla recinzione, dove dicendo di essere dei curiosi, non del posto, abbiamo chiesto informazioni sulla tendopoli. Ci è stato detto che si trattava di immigrati per lo più tunisini che avrebbero avuto a breve il permesso temporaneo. Nessuno ci ha identificato o perquisito. Poco dopo ci siamo allontanati ed abbiamo raggiunto la compagna ormai fuori dal campo.

Durante la permanenza sul posto abbiamo assistito a continue partenze ed arrivi di caccia dall’aeroporto militare.

Nessun commento:

Posta un commento